venerdì 5 dicembre 2008

Occhio per occhio, dente per dente, euro per euro


Dopo una serie di contributi altisonanti, il mio contributo al blog ha il compito di abbassare il livello medio (oltreché a garantire che questo blog verrà messo all’indice). Senz’altro non tutti saranno d’accordo con ciò affermo, ma dato che il fine di questo blog è anche di creare discussioni, va bene così.

Questo contributo si occupa di un’entità territoriale, il Vaticano, che tecnicamente non fa parte dell’Italia, ma che ciononostante continua ad esercitare grande ed eccesivo potere nel nostro paese. È di oggi la notizia che CEI si è messa a lacrimare perché nella finanziaria erano stati tagliati i fondi alla scuola privata. La scelta di tagliare i fondi alla scuola privata era forse l’unico provvedimento decente che questo governo aveva finora preso. Compito dello stato è infatti quello di assicurare una scuola pubblica funzionante e in tempi un cui sta letteralmente cadendo a pezzi, non sono giustificabili regali ai privati al solo fine di compiacere i nostri alti porporati. Ovviamente nessuno ha avuto il coraggio di informare la CEI che per finanziare le scuole cattoliche avrebbero potuto usare tranquillamente i fondi dell’8 per mille che lo stato italiano sta già troppo generosamente elargendo in favore della Chiesa, e che era stato proprio il Papa solo qualche giorno fa ad affermare che i soldi non danno la vera felicità (non si stava naturalmente riferendo dei soldi dati alla Chiesa che, come è noto fin dai tempi dei pagamenti per ottenere l’indulgenza alla fine del Medioevo, assicurano felicità eterna nel Paradiso o perlomeno l’appoggio della CEI alle prossime elezioni). Il governo italiano, probabilmente preoccupato che la CEI potesse cominciare a lacrimare anche sangue, si è subito precipitato per assicurare che i fondi verranno ripristinati.
Rimane solo da aggiungere che questa ennesima genuflessione dei nostri politici di fronte alla Chiesa viene in una settimana in cui la Chiesa si è distinta per il suo rifiuto di firmare la convenzione sui diritti dei disabili e per il suo no alla risoluzione francese che mirava a mettere fine alla persecuzione degli omosessuali, trovandosi in quest’ultimo caso in ottima compagnia con gli ayatollah iraniani.

Fino a quando dovremo sopportare che i nostri politici si faranno dettare le leggi (come sulla procreazione assistita) e regaleranno cospicue somme di denaro di noi contribuenti (vedi anche tra l’altro l’esenzione dall’ICI) a questa organizzazione che ha una visione del mondo che sembra essere uscita dai giorni più bui del Medioevo e che sembra più interessata al potere terreno che ad altro?

3 commenti:

SamDos ha detto...

Duro ma purtroppo vero....mi sono solo permesso di aggiungere una bella immagine....

A domani commenti più costruttivi...

vostro,

Sam

Federico ha detto...

Prima di tutto, questo blog è uno spazio aperto ai contributi di tutti i suoi autori, quali che siano il loro stile, interessi e idee. Non si annida tra noi nessun Pasolini, nessun premio Nobel: il livello medio non si alza né si abbassa. Viene stabilito dal lettore, e basta.

La Chiesa cattolica si comporta in questo caso come un qualsiasi interesse organizzato, che si mobilita per assicurarsi gli stessi livelli di spesa pubblica a proprio favore. Se si può concedere la legittimità della pressione politica in sé (un Vescovo potrebbe rispondere a Thomas che i proventi dell'8 per mille non finanziano tanto le scuole cattoliche quanto le missioni, il mantenimento dei sacerdoti,le spese amministrative, comprese quelle del proprio 'potere politico'- la casta locale), le scuole private devono essere trattate come tutti gli altri privati. Se vengono effettuati tagli alle Università, agli enti locali, e in generale a tutti i settori di spesa pubblica, i finanziamenti alle scuole private ricadono dentro la stessa categoria e non è possibile pensare ad una tutela speciale.

Insomma, mentre non potrei essere più d'accordo con il nocciolo del post di Thomas, l'argomento morale mi sembra pù debole perché è incapace di convincere una persona che non condivida la stessa distanza religiosa e valoriale dalla Chiesa.

Purtroppo, il fatto che ci troviamo ancora qui ad esprimere le stesse lagnanze senza alcuna levata di scudi popolare mi fa credere che in fondo quel "potere di veto dei "nostri alti porporati" sui politici italiani sia appoggiato sul consenso di una buona parte di italiani. Volente o nolente, una strategia politica di confronto con la Chiesa deve tenere conto di questo se vuole essere qualcosa di più di un perenne sfogo fine a se stesso.

Federico

alfredo ha detto...

Tu continui ad affermare, Federico, che "l'infrastruttura crea la sovrastruttura" - che la casta dei porporati e la sua influenza riflette una certa volontà popolare. non so.
Il Vaticano ha giocato tanti ruoli nella storia d'italia, ne é stato persino collante. da tempo pero' non é altro che un tumore.
Tu dici: per combattere questo tumore bisogna tenere presente che gli italiani, in qualche modo, sono retrivi ignoranti oscurantisti, viscidi pagnottisti -già, per questo uno poi magari se ne va, emigra...-
sarà? a me pare, il vaticano, un parassita difficile da estirpare per se'.