lunedì 5 gennaio 2009

Per una pace dignitosa

Lungo la Banana Blu si susseguono manifestazioni di solidarietà alla popolazione di Gaza: se porto il discorso ancora una volta sul conflitto tra Israelo-palestinese, non vado neanche troppo fuori il seminato.

Sono qui a riprendere anche il mini-esperimento su me stesso, lanciato due settimane fa. Non credo che ci sia da essere felici dell'attualità della questione che fa cavalcare a questo blog l'onda emotiva spinta da questa nuova offensiva militare: comunque vada a finire - e mi pare che il confronto tra le forze tenda a favorire Israele - sarà una desolante catastrofe.

Primo effetto dell'esperimento, di cui riporto oggi. E' inutile girarci intorno: la condotta di Israele sui Territori Occupati non ha niente di necessario né di auto-difensivo. Deve essere arginata, e basta. Non avevo idea di cosa fossero veramente né la questione del Muro né quella degli insediamenti di coloni israeliani in territorio Palestinese. Ora ho visto, ora in parte so.

Gaza si presenta ora come uno spiacevole diversivo per distogliere l'attenzione internazionale da una condizione politica irrisolta e non di meno gravissima: la perpetrazione dell'invasione arbitraria e d'imperio del territorio palestinese da parte dello Stato d'Israele pone fondamenta d'acciaio per la sedimentazione definitiva di uno scontro politico tra blocco Occidentale e mondo arabo. Non ci si facciano illusioni: Hamas può non avere lo stesso successo contingente di Hezbollah in Libano nel respingere Israele, ma la popolazione araba in Palestina e fuori non si risolverà certo così ad accettare il dominio di potenze esterne sul proprio territorio. E Israele - inestricabilmente (artificialmente?) legato agli Stati Uniti - non fa che lasciarsi percepire come una potenza esterna al Medio Oriente, quando potrebbe non esserlo.

Proprio su questo lascio la parola ad un passaggio di uno splendido libro di Yehoshua, "La sposa liberata" (2002) che ha fedelmente accompagnato il mio viaggio come nessun compagno avrebbe mai potuto.
Gli israeliani sono vicini, ostaggi, parte integrante, che lo vogliano o no, dell'area medio-orientale. Sono lo straniero vecchio e nuovo, l'ombra profonda e costante "dell'altro" che, a sentire gli arabi stessi, nel corso di questo secolo è divenuto un elemento ammaliante. Infatti il carattere indefinito dell'identità ebraica è ciò che mina l'antica, sonnacchiosa e placida stabilità del deserto.
Non credo nella pace perpetua, herr Kant: ma se può esistere un equilibrio grazie al quale sia Israele che la Palestina possano tornare ad occuparsi dei loro drammatici problemi interni, per quello basterebbe solo una pace dignitosa. Che assicuri il rispetto che ogni cultura, come ogni uomo, merita per il solo fatto di esistere.

5 commenti:

alfredo ha detto...

restyling in vista; dossi in arrivo; time of changes...
io propongo Olga nel team,
e mi scuso per il silenzio, ne avro ancora per due settimane, poi scrivo tutto quello che ho promesso

(intanto Miguel avrebbe un testo pronto in spagnolo sull'Italia. lo pubblichiamo cosi' o lo traduciamo?)

alfredo ha detto...

allora?
che fate gli gnorri?
-4ore 37 minuti all'arrivo del dossi.

Anonimo ha detto...

lascialo in spagnolo

Anonimo ha detto...

Come devo fare per diventare un'amministratrice? OLGA

alfredo ha detto...

non lo so. dossi..?! come si fa? fallo!